La tristezza e la furia
C'era una volta uno stagno meraviglioso.
Era una laguna di acque cristalline e pure, in cui nuotavano pesci di tutti i colori e dove tutte le tonalità del verde si riflettevano continuamente.
A quello stagno magico e trasparente si avvicinarono in buona compagnia la tristezza e la furia, per fare il bagno.
Entrambe si tolsero gli abiti e nude entrarono nello stagno.
La furia, frettolosa (com'è sempre la furia), si tuffò rapidamente e ancora più rapidamente uscì dall'acqua ...
Ma la furia è cieca, o comunque non distingue chiaramente la realtà, così, nuda e frettolosa, uscendo dallo stagno si infilò i primi vestiti che trovò...
E successe che quei vestiti non erano i suoi, ma quelli della tristezza...
E così, vestita da tristezza, la furia se ne andò.
Con grande calma, serena, sempre disponibile a rimanere nel luogo in cui si trova, la tristezza finì di farsi il bagno e senza fretta (o meglio, senza la consapevolezza del passare del tempo), con lenta pigrizia riemerse dallo stagno.
Sulla riva si accorse che i suoi vestiti non c'erano più.
Come sappiamo tutti, se c'è qualcosa che non piace alla tristezza è mettersi a nudo, così indossò gli unici abiti che c'erano vicino allo stagno, gli abiti della furia.
Si narra che da allora ci capita sovente di incontrare la furia, cieca, crudele, terribile, e iraconda, ma se ci prendiamo il tempo di osservarla bene, scopriamo che la furia che vediamo è soltanto una maschera, e dietro la maschera della furia in realtà ... si cela la tristezza.
Quando veniamo feriti proviamo rabbia e dolore. Alcuni di noi sentono con più facilità la rabbia, altri il dolore.
Le emozioni non arrivano mai da sole, ma in coppia o comunque insieme. Possiamo provare contemporaneamente paura, rabbia e tristezza. E sentire solo la paura, ad esempio, o la rabbia.
Quando proviamo rabbia, da qualche parte dentro di noi c'è anche dolore e tristezza. Altrimenti non ci arrabbieremmo tanto se una cosa non ci avesse fatto male.
Pensiamoci.