I disturbi emotivi "gettano le loro basi" nei primi anni di vita. Potranno crescere e svilupparsi negli anni successivi o regredire a seconda delle esperienze che farà tuo figlio/a e di come verrà accudito/a.
PAURE DEI BAMBINI: COME INTERVENIRE
Quando tuo figlio/a manifesta questa paura abbraccialo, coccolalo, accarezzalo. Offrigli, quando rimane da solo, un peluche morbido da tenere con sé.
Meglio se è impregnato del tuo odore/profumo. Quando arriva l'ansia gli servirà per avere l’impressione di averti accanto e tollerare la tua assenza.
Un grande pediatra del passato parlava di "oggetto transizionale", cioè di un oggetto che fa da "transizione" e che aiuta a passare dalla fase caratterizzata dalla presenza e dal contatto con la madre alla fase in cui il bambino riesce a stare da solo.
Per questo è importante non gettar via i peluche ai quali tuo figlio è attaccato, anche se sono consumati e logori. Per lui rappresentano un "antidoto" contro l'ansia della separazione, da tenere con sé ancora per qualche anno.
Gli incubi notturni o i film che contengono eventi tragici o tristi possono scatenare crisi d’ansia in tuo figlio/a, per la difficoltà di elaborare e dare un senso a quello che vede.
Se non sei riuscito/a ad essere presente durante la visione del film o se tuo figlio/a si rivolge a te dopo aver fatto un brutto sogno, invitalo a liberarsi della tensione emotiva attraverso il racconto e la rappresentazione (fai in modo che tuo figlio/a reciti la parte di ...).
Insieme a lui, impersona e dai vita ai personaggi del sogno, muovetevi come loro e poi invertite i ruoli, fai in modo che tuo figlio/a reciti la parte del personaggio che gli ha fatto paura.
questo è un modo attivo di confrontarsi con ciò che prima ha subito passivamente.
Oppure inventa insieme a lui una fiaba, che contenga il personaggio che ha sognato, e altri personaggi di fantasia, che lo aiutano ad affrontarlo.
Fai in modo che uno dei personaggi “buoni” dia da mangiare al personaggio “cattivo”.
(nutrire il personaggio “cattivo” porta alla sua trasformazione; una trasformazione molto più efficace che uccidere il "cattivo" nella fantasia)
Se tuo figlio/a, quando assiste ad un litigio o a un evento emotivamente doloroso, si impaurisce e si mette a piangere e singhiozzare, aiutalo/a a comprendere (usando un linguaggio semplice) quello che sta accadendo.
Quando eviti di parlare del dolore contribuisci a farlo sedimentare nella psiche di tuo figlio/a sotto forma di evento oscuro e incomprensibile.
Qualche zona d'ombra non produce danni, fa parte dello sviluppo ma quando sono tante allora possono creare dei problemi, perché tuo figlio/a tenderà, come tutti i bambini, a "riempire" i vuoti di comprensione con presenze minacciose, frutto della personificazione delle sue paure.
Per questo è importante che lo aiuti ad elaborare il dolore. Dagli le informazioni che è in grado di comprendere. Fallo parlare, ascoltalo.
Ogni tanto raccontagli in modo semplice quello che anche tu provi. Parlagli dei tuoi bisogni.
I bambini sono contenti quando scoprono che anche gli adulti provano tristezza e rabbia, e che hanno, anche loro, dei bisogni, delle esigenze.
Si sentono rassicurati perché iniziano a rendersi conto che non sono i soli a provare stati d'animo spiacevoli e che, per quanto brutti, sono momentanei e passeggeri.
Una forte paura può bloccare tuo figlio/a, tanto da lasciarlo/a quasi "pietrificato/a, congelato/a".
In questa caso, abbraccialo/a con dolcezza e calore. All'inizio non servono parole. Poi, a seconda dell’età, invitalo/a a parlare di quello che gli sta accadendo.
Oppure, se è molto piccolo, cerca di distrarlo con un giocattolo e portalo in un luogo caldo e luminoso. L’essenziale è che tu lo faccia sentire accolto e protetto, perché solo così può riuscire a superare la paura o ad affrontarla in seguito.
Se tuo figlio/a diventa ombroso o inspiegabilmente violento, può darsi che si senta minacciato o che si trovi in uno stato di grande ansia.
Che cosa può provocargli ansia o fargli paura?
• trascorrere molte ore lontano da te
• uno stato di depressione di uno dei genitori
• la separazione dei genitori
• un litigio violento dei genitori
• essere preso di mira da coetanei o ragazzini più grandi (bullismo)
In questi casi cerca di capire cosa gli sta succedendo.
Se stai attraversando un periodo di crisi personale, cerca di risolvere ciò che ti angoscia o che ti fa star male. Non esitare a chiedere aiuto. Può essere il tuo stato d'animo a provocare angoscia in tuo figlio/a.
Nel caso in cui sia oggetto di minacce e maltrattamenti, cerca di farti raccontare con calma quello che gli sta accadendo.
Quello che è importante è che tuo figlio/a riceva ascolto e comprensione, che senta il tuo calore. E non solo la tua rabbia per quello che gli sta succedendo.
Dopo aver fatto questo, parla con una persona di fiducia, per ricevere anche te un po' di conforto e poi parla con gli altri educatori (maestre, insegnanti, allenatori, ecc.) per decidere sul da farsi.
Ricordati che un bambino violento, è un bambino che ha subito, a sua volta, dei maltrattamenti.
Il maltrattamento può consistere in percosse, insulti e rimproveri ma il più delle volte in semplice trascuratezza e abbandono (maltrattamento invisibile).
Il maltrattamento peggiore è un mix tra i due.
IN CONCLUSIONE
Come intervenire di fronte alle paure di tuo figlio/a?
Cerca di "intuire" le sue emozioni e descrivigliele.
E mentre gliele descrivi, chiedigli se la descrizione è corretta. Se corrisponde a quello che sta provando e vivendo.
Perché fare questo?
Perché tuo figlio/a, come tutti i bambini, non sa identificare e descrivere in modo chiaro il suo stato d'animo e le sue paure.
Ha bisogno che qualcuno lo aiuti a dare un nome a emozioni, sentimenti e bisogni che si agitano in modo confuso e indistinto dentro di lui.
Dare empatia non significa intervenire e diventare il suo "avvocato difensore" ma significa essere “presenti” e accogliere la sua sofferenza.
Non puoi evitare che tuo figlio/a subisca delle ingiustizie ma puoi aiutarlo/a ad elaborare la sofferenza legata a ciò che ha subito, in modo che cresca sicuro/a e fiducioso/a, nonostante le esperienze negative che può fare nel corso della vita.
Se hai dei dubbi su come comportarti con tuo figlio/a io sono qui, a tua disposizione. Puoi contattarmi, anche per un semplice chiarimento.