LASCIO ANDARE. MI ESPRIMO.
Il quinto chakra è situato nella colonna lungo le vertebre cervicali e si espande nella zona della laringe.
Abbiamo ormai lasciato i chakra più bassi, collegati ai bisogni più materiali e ci spostiamo sempre di più verso l'alto, verso bisogni più spirituali.
Questo chakra è collegato all'elemento AKASHA (il famoso quinto elemento) difficilmente traducibile nella nostra lingua.
Normalmente è tradotto con ETERE, e sta ad indicare quello spazio vuoto che permette a tutto di esistere e manifestarsi.
È quello spazio vuoto, silenzioso, all'interno del quale il suono può propagarsi ed è quello spazio silenzioso che rimane quando il suono si è spento.
Le parole che rappresentano il 5° chakra sono:
SILENZIO, VUOTO, SUONO.
Gli organi sensoriali connessi a questo chakra sono le ORECCHIE e le CORDE VOCALI. Nessuna delle tre può infatti esistere senza le altre. Il suono si propaga dal silenzio,dal vuoto e questo segue di necessita`il suono.
Le parole chiave di questo chakra sono: lascio andare, mi distacco, mollo la presa, mi esprimo
Se non sei attaccato alle cose o "dipendente da" qualcosa o qualcuno stai maturando una maggior consapevolezza.
Se pensi e agisci in armonia con questo chakra agisci senza guardare al risultato, o meglio, senza preoccuparti troppo del successo o del fallimento, del guadagno o della perdita, del piacere o del dolore, dell'approvazione o della disapprovazione degli altri.
Agisci perché senti che è giusto farlo, per restare fedele al tuo Sé profondo, al tuo progetto interiore, alla tua "missione".
I mali del nostro tempo: possedere e accumulare
In questo periodo storico dove il nostro agire è orientato a possedere e accumulare (oggetti, denaro, riconoscimenti) e la competizione è sfrenata, può essere difficile pensare alla possibilità di agire, senza aspettarci qualcosa in cambio.
Compiere il nostro "dovere" senza aspettarci riconoscimenti, seminare senza preoccuparci del raccolto, è un atteggiamento lontano dalla nostra vita quotidiana ma che, a volte, ci affascina perché lo sentiamo carico di significati profondi.
Quando invece non sappiamo staccarci dai risultati, ci accorgiamo che le nostre aspettative non sono quasi mai soddisfatte e le gratificazioni alle nostre azioni ne richiamano sempre altre, più grandi e la loro assenza ci rende inquieti, insoddisfatti.
Collegamento tra il 5° chakra e il 2° chakra
Risulta chiaro, ora, il collegamento tra questo chakra e il secondo, che rappresenta invece il gioco, il piacere, il godimento.
Alcune difficoltà che si manifestano a questo livello (come la difficoltà di lasciare andare, per esempio) hanno le loro radici nel 2° chakra.
Se non siamo riusciti a godere dei piaceri della vita, quando era il momento per farlo, possiamo rimanere fissati e cercare di soddisfarli di continuo, come dei bambini poco cresciuti che prediligono il piacere dei sensi, che antepongono il piacere di ricevere a quello di dare.
Le tensioni del 5° chakra
Le disarmonie in questo chakra si manifestano con tensioni a livello del collo, della gola, della voce.
La voce
Il timbro della nostra voce subisce delle piccole modificazioni nel corso della giornata e muta anche in base ai nostri "stati interni".
Quando il 5° chakra è in armonia, la nostra voce è morbida e squillante, le nostre parole sono sobrie perché il pensiero è chiaro e limpido.
Agiamo seguendo le nostre passioni, le nostre inclinazioni, secondo una vocazione interna che ci porta ad esprimerci nel mondo.
Il mezzo per accedere a questo livello di consapevolezza, come accennato in precedenza, è il SILENZIO.
Ma cosa succede quando facciamo silenzio?
Cosa succede quando facciamo il vuoto dentro di noi?
È nel silenzio che veniamo in contatto col nostro Sé profondo, con le nostre aspirazioni, con le nostre paure, con i nostri desideri profondi. È nel silenzio che nasce la "musica" o risuonano gli appelli urgenti, quelli che vengono dal profondo del nostro cuore.
Solo se facciamo silenzio (un silenzio vuoto da pensieri guidati ed emozioni che distraggono) si crea spazio per l'ascolto, per una consapevolezza più profonda. Solo così possiamo imparare l'ascolto caratterizzato da assenza di giudizio, l'ascolto nel quale il nostro IO retrocede e lascia che si esprima la parte più profonda e nascosta di noi stessi.
L'aiuto che viene dallo yoga
Non ci sono asana preferite, da questo punto di vista, ma ogni esercizio può essere fatto allungando il tempo di espirazione e il momento di vuoto che ne segue.
Mi spiego meglio:
Ogni esercizio può essere suddiviso in 3 fasi:
- inspirazione (che possiamo collegare alla vitalità)
- espirazione (che possiamo collegare al lasciare andare, all'abbandonarsi, al morire)
- un momento di vuoto, di pausa, di assenza d'inspirazione o espirazione
Quando allunghiamo la fase d'espirazione e di vuoto si esercita e si sperimenta il "lasciare andare", il silenzio.
"Ricorda che talvolta il silenzio è la miglior risposta" (dalai lama)
"Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l'uso della contemplazione... viviamo nella civiltà del frastuono. Tempo senza preghiera. Senza silenzio e quindi senza ascolto... E il diluvio delle nostre parole soffoca l'appassionato suono della sua Parola" (David Maria Turoldo)