Una persona soffre di ipertensione quando ha una pressione del sangue che supera, in modo costante, i 140 millimetri di mercurio per la massima (sistolica) e/o i 90 millimetri di mercurio per la minima (diastolica).
IPERTENSIONE PRIMARIA
Nel 80% dei casi la causa dell'ipertensione non è nota e, in questo caso, l'ipertensione si definisce primaria o essenziale.
IPERTENSIONE SECONDARIA
Quando invece l'ipertensione è conseguenza di un altro disturbo, si definisce secondaria.
Le malattie che causano ipertensione, ad esempio, possono essere malattie renali (per es. glomerulonefriti) oppure malattie endocrine (per es. ipertiroidismo).
Anche l'assunzione di alcuni farmaci può provocare ipertensione (per es. certi antinfiammatori)
I FATTORI DI RISCHIO
Anche se la causa dell'ipertensione primaria non è ancora stata identificata, la ricerca medica ha individuato dei fattori di rischio, cioè dei fattori che se presenti possono far aumentare le probabilità di andare incontro ad ipertensione.
Ecco i principali:
- familiarità (predisposizione genetica). Una persona ipertesa proviene spesso da una famiglia in cui ci sono stati altri ipertesi.
- sovrappeso
- inattività fisica
- assunzione eccessiva di sodio con la dieta (sale da cucina)
- consumo di alcol
- essere costantemente in tensione (arrabbiati o impauriti)
I SINTOMI
L'aumento persistente della pressione del sangue non è accompagnato da alcun sintomo, tranne che nei casi estremi e nei casi in cui compaiono le complicanze dell'ipertensione: insufficienza cardiaca, insufficienza renale, infarto del miocardio, ictus, ecc.
RIMEDI
La modificazione dello stile di vita può essere sufficiente a normalizzare la pressione nelle persone lievemente ipertese e rende inoltre più efficace l'azione dei farmaci antipertensivi nei casi di ipertensione moderata e severa.
Essa comprende:
MODIFICAZIONE DELLA DIETA
La riduzione dell'apporto di sodio (sale da cucina composto da cloro e sodio) produce effetti positivi sulla pressione, cioè la diminuisce.
Una dieta che contiene circa la metà del sodio presente nell'alimentazione è in grado di abbassare la pressione massima di 6-7 mmHg e la minima di 5-6 mmHg.
ESERCIZIO FISICO
Sono da preferire le attività aerobiche (camminata veloce, corsa, ciclismo, nuoto) perché sono caratterizzate da movimenti ripetitivi di numerose masse muscolari con minima applicazione di resistenza.
Al contrario gli esercizi di tipo isometrico (sollevamento pesi, esercizi in palestra) implicano un rilevante sforzo muscolare contro forze applicate.
Con le attività aerobiche la pressione massima aumenta mentre la pressione minima in genere rimane invariata o diminuisce.
Con gli esercizi di tipo isometrico si verifica un aumento marcato sia della pressione massima che della minima e quindi devono essere evitati dalle persone ipertese.
L'allenamento praticato in modo continuativo (camminata veloce, corsa, ciclismo, nuoto) per almeno 3 volte a settimana, per 30 minuti al giorno o più, è in grado di ridurre la pressione massima di 5-10 mmHg e la minima di 10-15 mmHg.
RIDUZIONE DEL PESO CORPOREO
La riduzione del peso corporeo porta a una riduzione dei valori pressori.
Con una perdita di peso equivalente a 1 kg si ottiene la diminuzione di 1 mmHg di pressione.
Pertanto una persona che ha una pressione di 10 mmHg sopra quella ottimale e pesa 10 kg in più del suo peso forma può riportarsi su valori pressori ottimali calando 10 kg.
DIMINUZIONE DELL'ASSUNZIONE DI ALCOL
L'elevato consumo di alcol è associato ad un aumento della pressione arteriosa.
Pertanto una riduzione dell'apporto di alcol nei bevitori abituali porta ad una riduzione dei valori pressori.
Il calo della pressione può essere uguale o superiore a 25 mmHg per la massima e a 10 mmHg per la minima.
RESTRIZIONE NELL'USO DI CAFFEINA E NICOTINA
L'ingestione di caffè può causare tachicardia e un transitorio incremento della pressione massima e minima.
Ricerche sugli effetti del consumo cronico di caffè non hanno tuttavia riscontrato nessuna relazione tra ingestione di caffeina e aumento della pressione arteriosa.
Il fumo di sigarette favorisce il processo di ateriosclerosi (lesione delle arterie di grande e medio calibro caratterizzata da accumulo di sostanze: lipidi, carboidrati, tessuto fibroso, sali di calcio, sangue e suoi componenti, chiamate placche aterosclerotiche).
Tale processo riduce il lume delle arterie e alla lunga aumenta nei fumatori il rischio di sviluppare ipertensione.
Pertanto la marcata prevalenza di ipertensione nei fumatori suggerisce che il fumo rappresenta una concausa nello sviluppo dell'ipertensione arteriosa.
MINDFULNESS (piena consapevolezza)
Le ultime ricerche hanno dimostrato che la mindfulness praticata con costanza riesce a ridurre i valori pressori in modo stabile.
UN AIUTO
Il lavoro psicologico che ti propongo ha lo scopo di aiutarti a:
- imparare la mindfulness (piena consapevolezza)
- passare dall'attività alla passività con gradualità (non è opportuno il riposo completo)
- riconoscere lo stato di tensione e le situazioni che ti provocano tensione
- smettere di subire o accettare le intromissioni degli altri
- imparare ad esprimere la rabbia in modo chiaro, fermo e rispettoso
- imparare a "lasciar cadere" le provocazioni in modo calmo e sereno